Prendo in prestito il titolo di uno dei programmi di successo del “divulgator corteseAlberto Angela per raccontarvi l’esperienza vissuta la sera del 13 agosto, ossia ieri.

Con la mia amica d’infanzia Lia (che ringrazio anche per aver fornito i contenuti video presenti dell’articolo) decidiamo di andare ad un concerto: quello di Marina Rei per la precisione che non si è svolto in un luogo abituale per concerti e spettacoli, ma in una location molto suggestiva: il Parco Archeologico del Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.

Appena arrivate, nonostante fosse ora di cena, i 30º abbondanti si sono fatti sentire tutti: l’aria salata carica di umidità si univa al vapore che la terra iniziava ad emanare con l’imbrunire. Tutt’intorno erba secca tagliata, grilli saltellanti, zanzare, pipistrelli curiosi e frastornati dal fascio di luce dei faretti cangianti e qualche solitaria e spersa lucciola disabituata a tanta luminosità non sono mancati. Dopo aver superato le aree biglietteria e ristoro, ecco addentrarci su un viale alberato composto da piante grandi e accoglienti alla cui base è stato possibile trovare posti a sedere con sedie o panche per pic-nic. Dal lato opposto agli alberi, si apre la vallata degli scavi veri e propri, dove pareti dell’antica Sybaris con finestre ancora superstiti, permettono letteralmente l’affaccio su di un passato lontano eppure così vicino.

Le aree predisposte per il pubblico (una platea fronte-palco e una laterale zona alberi) si sono riempite in prossimità dell’evento. Dopo alcuni minuti di attesa rispetto l’orario prefissato ecco comparire la cantautrice Marina Rei, affiancata dal suo chitarrista, in un concerto in versione unplugged ossia acustico, non amplificato elettronicamente.

È sempre la stessa artista che ascoltavamo in gioventù (si, iniziamo ad avere una certa età anche noi): voce impeccabile, polistrumentista che sa spaziare facilmente dalle tastiere alle corde alle percussioni, ma soprattutto autrice di testi di altissimo livello che sembrano delle vere e proprie poesie. Ciò che mi ha colpito maggiormente dell’evento oltre alla location e alla musica in sé, è che questa serata -così come le altre che seguiranno da qui sino a fine mese- rientra nel più grande progetto #SIBARINPROGRESS rassegna di titolarità del MIC Museo di Sibari ed è ideata e curata dalla Fondazione Armonie d’Arte diretta dalla fondatrice Chiara Giordano, organizzazione curata “ad arte” nel vero senso della parola che non soltanto prevede servizio navetta dai punti di parcheggio all’area prescelta per gli eventi, ma offre Arte e Cultura ad un costo praticamente irrisorio al punto tale da risultare “regalato” (solo 5€ il prezzo del biglietto intero che equivale al costo del biglietto per il Parco o addirittura totalmente gratuito per i possessori della communitycard PAS -l’abbonamento annuale al museo- o altre convenzioni particolari).

Insomma, fare Bellezza lì dove un tempo pullulava la vita e l’Arte é possibile; far vivere questi luoghi come le zone archeologiche anche al di fuori degli orari previsti, è possibile; restituire quella vitalità pulsante a luoghi che per troppo tempo sono stati anche dimenticati, è possibile; lasciarsi incantare lì dove pensiamo malamente non ci sia nulla, è possibile. E per usare le stesse parole della Giordano: Per una Calabria Straordinaria che “Vale il viaggio” c’è la necessità di una sola consapevolezza, ossia che:

Il mare non si muove senza l’impulso del vento

(Socrate)

4 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore