Il brusio era tanto così come tanta era la gente, ore 18:00 di un 25 febbraio 2023 un po’ freddo ed umido. La messa prefestiva nella Chiesa Di San Leone Vescovo si era conclusa da pochi minuti eppure i fedeli decisero di restare, facendo posto -sulle panche scricchiolanti- a chi invece sopraggiungeva con passo lesto, presenziando all’evento culturale sponsorizzato nei giorni precedenti.

Quale posto migliore di una chiesa per poter parlare di una chiesa, con i suoi tesori tutti ancora da riscoprire? E se le condizioni atmosferiche -come detto sopra- non erano delle migliori, dentro piano piano il clima è diventato caldo, accogliente, attento. Man mano che i vari interventi (del sindaco Renzo Russo, di Padre Stefano Mendez e dell’architetto Pino Celia portavoce dell’Associazione Sextio Onlus) si dipanavano, i presenti dapprima -forse- solo incuriositi dal telo posto per le proiezioni ai piedi dell’altare, si sono fatti attenti e interessati. L’attenzione è aumentata notevolmente nel momento in cui l’autrice, Elena Di Fede (dottore di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali, si occupa di storia, architettura bizantina e postbizantina e di tematiche relative alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, collabora come disegnatrice con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Calabria) ha dato il via alla sua presentazione.

Come ha spiegato ai presenti, la Chiesa di Santa Maria Ara Coeli a Saracena è un “piccolo scrigno” tutto da svelare e da riportare agli antichi splendori: come si vede della foto n.2 raffigurante la Virgo Lactans, i dipinti presenti su tutte le pareti della piccola chiesetta sono totalmente ricoperti da intonaci e scialbature; al momento solo dove questi strati sono venuti a mancare e quindi a cadere, è possibile ammirare il riaffiorare in superficie di questi ultimi. La motivazione del perché si sia deciso di ricoprire tutto non si sa, forse per proteggere lo stesso Ciclo mariano presente nella chiesetta?, potrebbe essere… ma tanti sono gli interrogativi legati a questo luogo di culto a unica navata con piccola abside: l’artista che ha realizzato il ciclo mariano è lo stesso che ha realizzato successivamente -perfezionandola rispetto alla Virgo Lactans– la Madonna delle Armi (fig.1) presente appunto nella Chiesa delle Armi sempre a Saracena? Orientativamente, dal punto di vista storico rientriamo nel periodo “gotico internazionale” detto anche “cortese” e all’epoca non era nemmeno impossibile che fossero gli artisti stessi o le botteghe di appartenenza a spostarsi in base alle richieste.

Così come incuriosisce lo sguardo di San Leonardo che sembra “spiarci” dall’intonaco: nella stessa Saracena vi era una confraternita molto numerosa, ma di questa si sono perse completamente le tracce così come si sono perse le tracce dello stesso culto devozionale verso questo santo, nonostante nella cittadina in molti portano come nome di battesimo proprio Leonardo.

E allora ha ragione Francesco A. Cuteri (archeologo, esperto del periodo bizantino-normanno, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e Roma e scopritore col suo gruppo di lavoro nel 2013 del mosaico policromo raffigurante draghi delfini e ippocampi nel Parco Archeologico dell’Antica Kaulon) che a conclusione della serata sottolinea come una comunità (al di là della sinergia fra amministrazione e associazioni) deve poter divenire attiva, appassionata e responsabile non solo dell’arte e del bene comune appunto, ma anche del suo recupero, della sua tutela e del suo tramandare ai posteri e per far sì che ciò avvenga, bisogna impegnarsi ché si sa, per cultura ed arte i fondi non bastano mai ed anche per questa motivazione l’Associazione Sextio utilizzerà il ricavato della vendita del saggio di studi come iniziale fondo per poter effettuare i lavori all’interno della chiesa.

Per quanto mi riguarda, sono contenta che persone esperte, preparate ed innamorate del loro mestiere come Elena e Francesco investano le loro energie in progetti come questi perché noi del sud, in generale (ma soprattutto noi saracenari), abbiamo la tendenza a dimenticare, rimuovere e far cadere nell’oblio ciò che di bello abbiamo e ci circonda senza essere in grado di dare a ciò la giusta importanza ed il giusto valore, forse perché presi da tante cose non siamo più in grado di vedere e di meravigliarci o forse perché non avendo i mezzi giusti per farlo non siamo in grado capirne realmente l’importanza e allora… e allora dovremmo fare come nel periodo artistico dell’impressionismo: ricercare la giusta distanza, ma non per allontanarci dalle cose, ma per meglio metterle a fuoco e comprenderle e senza “occhi esterni” in grado di ridarci uno sguardo nuovo ed autentico, da soli faremmo una gran fatica.

[ per acquistare il volume: https://www.ibs.it/chiesa-di-santa-maria-ara-libro-elena-di-fede/e/9788895773223

per effettuare una donazione contattare l’Associazione Sextio al seguente indirizzo e-mail: associazionesextioonlus@gmail.com ]

7 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore