Sabato sera, serata tra ragazze “film e pizza“. Optiamo per la visione su Caravaggio vuoi perché Riccardo Scamarcio ci somiglia proprio tanto, vuoi perché “a chi non piace Caravaggio!” e vuoi anche per scoprire se la visione è idonea ad una scolaresca.

Per l’ultimo punto la risposta è si se si tratta di un istituto superiore, no se si sta parlando di classi delle medie. Per il resto: il film è piaciuto? Ni

In che senso “ni“? Nel senso che questo lavoro realizzato in collaborazione con la Francia tutto sommato non è male (belli i costumi e la fotografia), per ben due ore piene ti tiene incollato alla poltrona, ma sin dall’inizio vi è una sorta di “fastidio” che comprendi solo sul finale e si ingigantisce poi sui titoli di coda.

Partiamo da una cosa: Caravaggio l’ho studiato non solo nelle scuole dell’obbligo ma anche come parte monografica di un esame di “Storia dell’Arte” all’università, esame che comprendeva anche delle visite guidate e detto fra noi: certo per l’epoca il Merisi poteva condurre una vita “dissoluta” e di dubbio gusto, ma di certo non credo soffrisse di alcun “delirio mistico-religioso” (!) come invece si ammicca in più di una circostanza nel film di Michele Placido. Non solo, “l’ombra” citata anche nel titolo illude lo spettatore che si faccia riferimento al “buio” che Caravaggio riusciva ad imprimere alle sue opere, a quella luce particolarissima che le avvolge lasciando il fruitore letteralmente senza fiato… e invece no, non si tratta del lavoro del pittore, ma l’Ombra -interpretata da Louis Garrel– in realtà altri non è che il soprannome con il quale si ci riferisce al personaggio incaricato dal Papa per svolgere un’indagine sull’artista! E allora mi domando: perché non realizzare un film proprio su questo “investigatore” ponendo in risalto dapprima i suoi preconcetti ed il suo disgusto su e per Caravaggio e man mano che l’indagine prendeva piede mostrare allo spettatore la tribolazione di questo personaggio incapace di dare un giudizio lucido sul pittore perché risultava inscindibile la dissolutezza della condotta morale ed il genio del suo talento? Se l’intento di Placido era proprio questo, mi dispiace ma non si è capito o forse non l’ho capito io… Altra cosa: l’aver aggiunto sui titoli di coda che alcune cose sono state romanzate non facilita affatto l’accettazione della morte del pittore che non è certo avvenuta per come viene messa in scena nel film di Placido.

Per non parlare del fattore linguistico: per tutto il film vi è una discrepanza fra le scene attinte direttamente dai documenti ufficiali e che quindi hanno rispettato la lingua dell’epoca e tutte le altre che vedono o la dizione corretta dello stesso Scamarcio o accenti vari che poco sembrano credibili al fine della narrazione.

Da sottolineare in maniera super positiva Gianfranco Gallo nei panni di Giordano Bruno: la scena dura forse un paio di minuti o anche meno e vi posso assicurare che su due ore di film è la cosa più bella (assieme alla composizione per la “Morte della Vergine“) che vedrete in tutto questo film.

2 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore