Venerdì sera. In TV non c’è nulla: la programmazione estiva è assai carente e in tutta onestà le vicende politiche con questa ennesima crisi di governo aperta in modo del tutto scellerata non mi appassionano, deludono si, ma appassionare per nulla.

Metto su Amazon Prime Video, scelgo film-commedie e capito sul trailer di un’opera intitolata “La nostra vacanza in Scozia“. Nel trailer ci sono dei bambini assai “particolari”: decido di vedere il film, insomma l’accoppiata bimbi+commedia farà ridere di sicuro come da tradizione collaudata soprattutto sotto Natale. Mai errore più fatale!

Il film è del 2014 e vede fra gli interpreti David Tennant, Rosamund Pike, Billy Connoly, Ben Miller, Amelia Bullmore, Harriet Turnbull, Emilia Jones e Bobby Smalldridge. La trama inizia nella frenesia del caricare la macchina e salire a bordo per poter partire per questa vacanza che in realtà viene presentata subito come “la festa per il compleanno del nonno”. E in questa frenesia per la partenza è facile notare già i tratti predominanti dei vari protagonisti:

  • figlia grande: non accetta le bugie e annota tutto sul suo diario
  • figlio medio: attratto dal fuoco e seguace di Odino e dei guerrieri vichinghi
  • figlia piccola: senza filtri, la più seria e saggia di tutta la famiglia, colleziona massi e blocchi di cemento
  • madre logorroica
  • padre inaffidabile

Insomma, ci sono tutti i presupposti per una gran bella commedia così come il genere filmico indicava e invece mi illudevo, mi illudevo di brutto perché tutto è tranne commedia. E ci si rende conto che in realtà è un drammatico con inserti ironici/comico-grotteschi nel momento in cui entrano in scena tutti gli altri personaggi:

  • cugino: sopraffatto dal volere paterno
  • zio: inconsistente e represso
  • zia: depressa
  • nonno: pieno di fantasia e malato

Ciascun personaggio è sopraffatto dai propri pensieri e problemi, senza accorgersi di cosa realmente succede attorno e senza rendersi conto delle necessità di tutti gli altri. Ciò che nella scheda di presentazione veniva identificato come una commedia, in realtà si mostra per ciò che è: una storia che riflette sulla considerazione del carattere, della volontà e dei desideri dell’altro rispettandolo nonché fa riflettere -inesorabilmente- sull’ineluttabilità della morte.

E allora tutto diviene “piccolo”, quei problemi esorbitanti del quotidiano per cui si sbraita e si urla perdono di consistenza e ci si accorge che proprio nelle piccole cose vi è il senso enorme del tutto. La vita non è altro che una lunga costruzione di attimi felici e quando lo sciabordio delle acque del Lete si farà più prossimo, ciò che rimarrà saranno appunto gli attimi felici, i ricordi, i sorrisi e le danze.

0