Quando il significato è celato dal non detto.

Alle volte capita che in TV le programmazioni siano pressoché inesistenti, che fuori imperversi un tempaccio da pieno inverno anche se ormai ci troviamo in primavera (almeno sulla carta) e così, più per noia che per convinzione si inizi a sfogliare il catalogo offerto dalle svariate piattaforme di intrattenimento di cui ora è possibile sottoscrivere un abbonamento non per forza annuale (alcune danno la possibilità di sottoscrivere un abbonamento mensile e disdire poi a nostro piacimento).

Ho aperto Disney+ e ho iniziato a vedere il nuovo prodotto seriale targato Marvel, MoonKnight: per chi ama il genere ne consiglio vivamente la visione, sono 45 minuti (a puntata) ben spesi e ad ogni capitolo viene da dire “ma è già finito?!“. Per chi ha un animo nerd -almeno i primi due episodi, quelli sino ad ora caricati- riportano alla mente la “paladina del cristallo di luna” Sailor Moon: detta così può sembrare folle ma vi posso assicurare che non lo è e che il protagonista di MoonKnight, interpretato da Oscar Isaac, possiede un’ironia incredibile, insomma non ci si annoia.

Ma appunto, queste puntate durano solo 45minuti e la serata è appena cominciata. Così decido di sfogliare, sempre su Disney+, le proposte del suo canale Star ed io questo canale lo amo perché è davvero un contenitore stracolmo di prodotti di ogni genere, insomma non si deve fare l’errore di considerare la Disney solo “roba per bambini“!

Mi imbatto in un titolo curioso: Il Treno per il Darjeeling: del 2007, durata 1h.31min, classificato come drammatico/commedia e per la regia di Wes Anderson. I protagonisti della storia sono i fratelli Whitman interpretati rispettivamente da Owen Wilson, Adrien Brody e Jason Schwartzman. In apparenza il film sembra sconclusionato e vagamente senza senso e illogico, soprattutto nei comportamenti dei personaggi e nei loro dialoghi. Ma chi conosce le opere di Wes Anderson sa bene che così non è. Ciò che balza subito agli occhi è l’utilizzo di una fotografia luminosissima: ormai l’uso di colori brillanti, colori complementari e contrastanti sono la firma distintiva del regista.

Mano a mano che la storia si dipana ci si rende conto di quanto alcuni particolari che lo spettatore può notare visivamente sui tre fratelli, coincidano perfettamente con determinate sfumature dei loro caratteri: Peter che indossa sempre gli occhiali da sole del padre non si espone mai, non prende decisioni e lascia che siano gli altri a decidere per lui, insomma tende a negarsi e a celarsi; Jack è morbosamente geloso ma contemporaneamente non vuole mettere radici, infatti per tutto il film non indossa scarpe; Francis -il fratello maggiore- si presenta con il volto tumefatto e bendato ed esattamente come il suo volto, desidera ardentemente ricucire e risanare le trame sfilacciate della propria famiglia.

E così emergono cose non dette, cose non fatte, convinzioni dettate da supposizioni e fraintendimenti. Esattamente come il treno sul quale viaggiano che improvvisamente e del tutto inaspettatamente si perde fra le colline di sabbia per aver imboccato un binario sbagliato, così loro si sono persi e questo viaggio -che dovrebbe servire per ritrovarsi- si rivelerà l’unica svolta alle loro vite per poter questa volta sì ripartire sul giusto binario. Wes Anderson non lascia nulla al caso, né in chiave metaforica e né in chiave realistico-narrativa.

Si dovrebbe sempre andare in cerca del dialogo e del confronto, tramutabile in conforto se gli eventi della vita iniziano a travolgerci: ché alle volte un voltarsi indietro, un ritornare sui propri passi e da qui ricominciare è concesso, non sempre, ma quando si riconosce l’errore e le scelte sbagliate sì. C’è necessità di scoprirci nuovi, autentici, veri e anche se non dovessimo vederci per molto tempo o una distanza qualsiasi impedisse di guardarci negli occhi, ad unirci sarà l’Amore che supera qualsiasi ostacolo e rimette in discussione, comportamenti, legami e azioni ed esattamente come si chiedono i fratelli ad un certo punto del film, finiremmo anche noi per domandarci:

Chissà se noi tre avremmo potuto essere amici nella vita. Non come fratelli, ma come persone.

4 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore