Se sul web si va a ricercare la definizione della parola Talento ci si imbatte in questo:

Il talento è considerato come la propensione a essere geniali, o comunque speciali, in una data attività. È un concetto affine a quello di genio, ma implica sempre un’idea di misurazione e di valore. Si basa sulla convinzione che ogni individuo nasca con specifiche capacità, definibili e in qualche modo pesabili. 

Forse proprio questo termine è quello che più di tutti ci ha spaventato, ossessionato, angosciato, e finanche depresso durante il periodo della scuola dell’obbligo, del catechismo (!!) e anche in famiglia. Questa spasmodica corsa al distinguersi in questo o quell’altro campo, all’essere migliori degli altri e a competere sempre e comunque per dimostrare ogni nanosecondo quanto si vale. E se non abbiamo la possibilità di scoprire i nostri talenti? Oggi i ragazzini svolgono tremila attività al giorno tanto che -secondo me- si dimenticano anche (tanto i figli quanto i genitori) di essere, appunto, solo dei bambini o solo dei ragazzini. Ci chiediamo mai noi adulti cosa piace loro? Li lasciamo realmente e liberamente esprimere?

Nel 2003, nel suo album pubblicato postumo Io non mi sento italiano, Giorgio Gaber cantava così nel brano Non insegnate ai bambini:

[…] Non esaltare il talento che è sempre più spento. Non li avviate al bel canto, al teatro, alla danza, ma se proprio volete, raccontategli il sogno di un’antica speranza. Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi, il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all’amore, il resto è niente […]

Già, se solo chi dovrebbe starci accanto o semplicemente ascoltarci potesse esprimersi così, anziché rinfacciarci di “stare sprecando i nostri talenti” aumentando e di molto quella condizione di inutilità nella quale ci autoconfiniamo, andando a moltiplicare dolori e sofferenze.

Il mio amico Don Leonardo Manuli scrive sulla sua pagina twitter:

anche se non esiste la Famiglia perfetta, sei famiglia quando accogli; dove regna amore vive la famiglia. La famiglia è fatta di relazioni, prossimità, si genera pace, perdono, aiuto reciproco. Famiglia è il cantiere delle diversità.

Tutte queste parole scritte sino ad ora è possibile vederle nell’ultimo lavoro Disney “Encanto. Il film dalla durata di 99minuti, uscito nelle sale cinematografiche lo scorso 24 novembre ed ora fruibile anche sulla piattaforma Disney+ è quanto di più semplice, “incantevole” e complesso possa dirsi sulla famiglia e sui talenti

Sebbene sin dal brano in cui la giovane protagonista Mirabel presenta i componenti della magica famiglia Madrigal avessi capito quale sarebbe stato l’epilogo anche se non immaginavo il “come” (e giù lacrime come se non ci fosse un domani!), ecco che la Disney com’è sua caratteristica da sempre, non si limita a realizzare un semplice lungometraggio animato, ma vi è dentro un concentrato di ragioni, di motivazioni, di punti di vista che non possono non far riflettere.

Di metaforico in questa opera vi è ben poco perché si ha il coraggio del parlare chiaro a volte a muso duro -caratteristica di chi appartiene per nascita ad Sud, che sia Calabria o Colombia poco importa- e tutto ciò, per quanto faccia male e sia doloroso, è assolutamente necessario.

La famiglia intesa come “cantiere della diversità“, ci ricorda che ciascun componente a modo suo è speciale ed unico e proprio queste singolarità ne vanno a determinare il variegato universo, dove si è luminosi e si brilla solo se si è protesi l’uno verso l’altro, dove il confronto, il sostenersi a vicenda, l’aiutarsi a vicenda vanno a creare la magia dell’insieme, della reciprocità, le basi solide della comunità perché tutto questo non possiamo pretenderlo all’esterno se all’interno del nostro cuore siamo disgregati ed in frantumi.

Per concludere vorrei citare le parole che il fumettista Francesco Artibani ha scritto in un post su twitter e che ha saputo di gran lunga meglio di me, riassumere il tutto:

alla fine del film mi sono ritrovato con la forza della famiglia e il potere degli abbracci.

2 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore