Milano 7.12.2021: è festa grande, forse più del solito e non solo perché è Sant’Ambrogio suo patrono, ma perché riapre La Scala!

La prima a La Scala è un evento unico ancora oggi, non solo per gli amanti dell’Opera, ma anche per i desiderosi di qualche minuto di notorietàper i quali -l’evento- diviene una vera e propria passerella glamour non priva di eccessi ed eccentricità, sebbene l’eleganza la faccia da padrone (ad esempio ieri sera il tutto portava la firma di Giorgio Armani, anche i fiori offerti per addobbare i palchi), ed ancora l’apertura del Teatro segna ufficialmente -si può dire- l’inizio del periodo delle festività natalizie.

L’emozione era palpabile e visibile per vari motivi, due dei quali erano questi: ripartire ufficialmente, ma con tutte le precauzioni del caso, dopo le chiusure dovute alla pandemia da covid-19; portare in scena il Macbethdi Giuseppe Verdiche non è per nulla semplice.

Per questo evento va ringraziata la Raiche da alcuni anni manda in diretta la prima permettendo a tutti di potervi prendere parte. Proprio alla Rai però va imputata l’unica pecca della serata: l’audio afferito ai presentatori nel pre-rappresentazione e negli intervalli lasciava alquanto a desiderare, con addirittura episodi di sovrapposizione fra più cronisti collegati e sinceramente con una diretta internazionale in corso, sviste del genere non sono ammissibili.

Dopo la lunghissima e doverosa ovazione per il nostro presidente Sergio Mattarellaalla sua ultima presenza dal palco d’onore per via del fine mandato presidenziale, il Macbeth può finalmente partire. Il prestigioso cast così si compone:

 

Anna Netrebko = Lady Macbeth

Luca Salsi = Macbeth

Ildar Abdrazakov = Banco

Francesco Meli = Macduff

Ivan Ayon Rivas = Malcom

 

solo per citare i personaggi principali. Alla direzione dell’opera troviamo Riccardo Chailly, mentre la regia porta la firma di Davide Livermore; il coro scaligero è diretto da Alberto Malazzi, mentre le coreografie sono affidate a Daniel Ezralov.

Il libretto firmato da Verdi e Francesco Maria Piaveè leggermente differente dalla tragedia di William Shakespeare. La versione teatrale si compone di 5 atti scritti fra il 1605-1608 con un’ambientazione riconducibile all’XI secolo in una Scozia medievale. Il libretto verdiano invece vede una riduzione degli atti da 5 a 4, la primissima rappresentazione si tenne a Firenze al Teatro la Pergola il 14.03.1847 e si può dire che rispecchiava in toto il testo shakespeariano per quanto riguarda le ambientazioni, non sottraendosi alla complessità dei numerosi cambi di scena; la distinzione fra personaggi positivi e malvagiera data dallo stile del canto: spianato e nobile per i primi, con declinazione drammatica e cupa per i secondi.

Ieri sera la versioneproposta era sia classicache moderna: classica per la scelta di Chailly di mostrare la morte di Macbethin scena così come da testo originale e moderna perché Livermore ha deciso di non seguire la retrodatazione di Shakespeare, bensì di ambientare gli eventi in un futuro prossimo usufruendo di proiezioni ledwall dove azioni e tormenti dei personaggi (si veda ad esempio il fendente di Macbethche segna un enorme squarcio di sangue sullo schermo) sono diretti ed immediati e dove i cambi di scena proiettatitrascendono dal Teatro per abbracciare una dimensione più strettamente cinematografica.

E questo Macbeth trasuda Cinemada ogni poro: i costumi dai colori netti (rosa cipriaper il coro ad impersonificare il popolo, la massa; il blu per le presenze inafferrabili; il biancoper le figure pure; il nero per l’animo torbido ed il rossoper la bramosia e il peccato) richiamano direttamente il cinema delle origini dove le pellicole venivano dipinte a mano e ogni colore rappresentava uno stato d’animo. Vi è cinema nei movimenti di massa e in alcuni particolari di palazzi a richiamare il capolavoro attualissimo di Fritz LangMetropolis” del 1927 ed è ancora cinematografica la scelta di Livermore nel richiamare nella scenografia dinamicail film “Inception” del regista Christopher Nolan del 2010. E proprio da quest’ultima opera Livermore ha attinto maggiormente per l’impostazione e la caratterizzazione del personaggio principale: Macbethche precipita in un baratro di scelte scellerate per poi sprofondare all’inferno ed il Cobb di Nolan (interpretato da Leonardo di Caprio) che rimane invischiato nell’ordido della sua psiche e non sarà in grado di riemergerne.

È un’opera questa versione del Macbeth non solo dai toni dark, ma profondamente e volutamente distopica, nonché terribilmente attuale perché ognuno di noi può raggiungere e toccare il proprio abisso personale. È ancora attuale per quel boscoe quell’enorme cancelloche come un muroinvalicabile cinge il luogo del potere: come non pensare alle persone alle porte dell’Europa, al freddo e al gelo di una foresta e che innanzi ai loro occhi trovano una frontiera disseminata di filo spinato?! Ma volendo -volendo!- c’è una speranza: nel 4° atto, dove il coro intona a modi preghiera il canto “Patria oppressa” con successiva apertura dei cancelli e quindi sì, siamo tutti Macbethma volendo -volendo!- si può riemergere dall’abisso.

Per la visione integrale dell’opera: Macbeth (2021) – RaiPlay 

 

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