Ci sono storie che per essere apprezzate a dovere hanno bisogno di riposare, di sedimentarsi, di attecchire per bene nello spettatore. Perché di alcune storie -soprattutto se tratte da uno spaccato di vita vera e vissuta- non se ne può parlare sbrigativamente, liquidando magari il tutto con un commento arido come “è bello, è brutto, mi è piaciuto, non mi è piaciuto“. È questo il caso del film Cosa Sarà del regista e sceneggiatore Francesco Bruni.

L’opera dapprima prevista per le sale cinematografiche il 19 marzo 2020 con il titolo “Andrà tutto bene“, è stata poi rinviata al 24 ottobre 2020 (con il titolo ufficiale) causa pandemia da covid-19.

 

Bruni lo conosco da tempo come autore, perché mi ha traumatizzata! Mi spiego: erano gli anni in cui dovevo scegliere l’università e per una persona che non è mai uscita dal paesello, fare una scelta del genere non è un passo facile. In quel periodo ebbi “l’insana” idea di visionare il film Caterina va in città con la regia di Paolo Virzì e la sceneggiatura proprio di Francesco Bruni: mi inquietò terribilmente, mi mise addosso un’angoscia che non so spiegare. Da quella prima ed unica visione (!), non l’ho più rivisto quel lavoro; chissà, forse mi suggestionavo soltanto all’idea di un possibile fallimento futuro…

Fatto sta, che il buon Francesco (che non conosco ancora di persona, ma che non nego mi piacerebbe molto incontrare e perché no collaborarci assieme), me lo ritrovo ovunque! Come sceneggiatore in commedie di successo o ancora in lavori di genere storico-drammatico, per non parlare delle trasposizioni cinematografiche delle narrazioni del mio adorato Andrea Camilleri, ma anche come regista e qui confesso che -a parte Noi 4 di cui non ho ancora recuperato la visione- Scialla! (Stai sereno), Tutto quello che vuoi e l’ultimo Cosa Sarà, mi sono piaciuti molto. E sapete perché mi sono piaciuti?

Perché Bruni ama non solo le storie che scrive e realizza (guai se così non fosse!), ma perché il suo sguardo nei confronti dei personaggi -soprattutto se adolescenti o comunque giovani- è estremamente dolcepaterno e questo traspare benissimo, anche se non sono stata su di un suo set.

Questo profondo amore per i personaggi e le loro vicende emerge ancora di più nell’ultimo lavoro: un po’ perché le vicende sono state vissute in prima persona dal regista e un po’ perché Kim Rossi Stuart, Fotinì Peluso, Tancredi Galli, Lorenza Indovina, Barbara Ronchi, Giuseppe Pambieri, Raffaella Lebboroni e tutti gli altri attori sono assolutamente perfetti.

Come al solito non vi racconterò la trama, chè se ve lo racconto io poi voi il film non ve lo andate a vedere perché

i film vanno scoperti, non vanno raccontati

Insomma, inizio con la visione e mi rendo conto di una cosa: i flashback e questi continui avanti e indietro a mo di elastico sulla trama principale, di solito non li sopporto, non mi piacciono e mi snervano… in questo caso invece, mi rendo conto che sono assolutamente funzionali alla narrazione, perché non si limitano soltanto al ricordo e al ritornare al tempo presente, ma indicano benissimo lo stato “d’abbandono” in cui il protagonista Bruno Salvati sprofonda in circostanze ben precise. Più andavo avanti con la visione e più pensavo che questo film sarebbe piaciuto molto a Mattia Torre (mi ha fatto davvero piacere scoprire poi che proprio a lui è stato dedicato; così come mi ha fatto piacere ascoltare la voce di Camilleri in sottofondo nella scena della camera dell’hotel).

A primo impatto Cosa Sarà può apparire come un film parecchio duro e difficile da visionare sino alla fine, ma vi posso assicurare con certezza che al di là delle lacrime, si ride con leggerezza e delicatezza. Che la vita è così: non facciamo altro che rimbalzare fra attimi spensierati e attimi di terrore, finché tutto si mischia e così le uniche armi in nostro possesso sono l’ironia e l’autoironia, nonostante tutto e tutti.

Se da un lato può apparire scioccante vedere la trasformazione del protagonista sullo schermo, da un altro punto di vista è incredibilmente sconvolgente quanto questa opera cinematografica sia assolutamente positiva ed ottimista, nonostante gli eventi narrati siano totalmente drammatici. Il mio professore di sceneggiatura (lo sceneggiatore e regista Fabio Mollo), mi ripeteva sempre con molto affetto che:

qualsiasi storia stai scrivendo, la Speranza deve esserci sempre, anche se invisibile

ed il film di Francesco sprizza Speranza da tutte le angolazioni: c’è speranza e affidamento nelle parole e nei comportamenti di Anna; c’è la dura speranza della dottoressa; c’è l’inattesa speranza di Umberto e Fiorella; c’è la spaventata speranza di Adele e Tito; c’è ancora la fiduciosa speranza affidata a tre macchinine giocattolo e la dolce speranza di una gita in barca…

Cosa Sarà va visto, va ascoltato perché è necessario lasciarsi trasportare dalle onde di questa vita, perché bisogna sempre vedere come va a finire.

 

Ps: ma il film rifiutato da tutti qual è? Ora lo vogliamo sapere!

 

2 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore