Qualche sera fa mi imbatto in un film francese mandato in onda su Rai3 (recuperabile al seguente link: https://www.raiplay.it/programmi/traduemondi) che mi ha fatto parecchio riflettere.

Tra due mondi -film del 2021 realizzato da Emmanuel Carrère e che vede come protagonista Juliette Binoche assieme ad un cast di attori non professionisti- è liberamente tratto dal libro-inchiesta di Florence Aubenas “Le Quai de Ouistreham“:  Marianne Winckler è una nota scrittrice che decide di iniziare a lavorare a un romanzo, che tratti il lavoro precario nella società francese. Per documentarsi sull’argomento, la donna decide di vivere lei stessa questa realtà e inizia a lavorare come “infiltrata” per alcuni mesi, come addetta alle pulizie sui traghetti che solcano la Manica.

Trailer ufficiale

La pellicola riecheggia in qualche modo le realizzazioni dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne: viene mostrata una realtà cruda, soffocante, incolore, fatta di molta fatica e quasi nessuno spazio da poter dedicare a legami sentimentali e piccoli svaghi personali. Eppure in un quotidiano così duro, da automi, dove le caratteristiche principali sono la velocità e l’essere invisibili, Marianne riesce ad addentrarsi in un tessuto di esistenze talmente precarie dove il tempo non è mai abbastanza e riesce ad instaurare rapporti basati sulla fiducia e sull’aiuto reciproco, quasi a voler sottolineare che solo i disgraziati sanno cos’è il tendere una mano.

Ad un certo punto però questa fiducia viene meno, nel momento in cui la protagonista Marianne viene scoperta e lì alla delusione si aggiunge l’amarezza di essere stati “sfruttati” anche dal punto di vista dei sentimenti e che la sincerità forse è un qualcosa che non esiste.

La festa dei lavoratori (giorno in cui non c’è proprio nulla da festeggiare e il precariato e la povertà sono sempre più dilaganti) è passato da poco e mi chiedo quanti invisibili -per scelta o per etichetta- vi siano al mondo. Saremmo in grado di svolgere lavori umilissimi e usuranti? Saremmo capaci di indossare panni altrui per poter comprendere una realtà lontanissima da noi così come ha fatto Marianne? Forse, anzi, sicuramente no perché chi ha provato giornate in cui non è mai troppo presto ma è sempre troppo tardi, e chi ha sentito certi odori acri che ti restano nel naso, sulla pelle, sui vestiti, di certo non vuole riaccenderne la memoria e continueremo a voltarci dall’altra parte in una negazione continua che ci fa comodo.

2 Grazie per il tuo Tempo ed il tuo Amore
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